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I vini del Torcolo

 

Questi sono i principali vitigni usati nel veronese:

Rondinella


Il Rondinella, come vino da monovitigno, è di un colore rubino poco pronunciato.
Ha un corpo leggero e un vago bouquet floreale. Per alcuni sa di cachi non proprio maturi, mentre per altri contiene una vaga eco di ciliegie.
Il suo nome può essere stato originato dal fatto che il colore scuro dei suoi chicchi richiama alla mente le piume della rondine.
La Rondinella è vitigno molto rustico, generoso, adatto anche ai terreni più argillosi e meno esposti; gemme basali di media fertilità, grappolo di medie dimensioni, cilindrico. Si adatta perfettamente anche per l'appassimento, in particolare dai vigneti collinari più magri, e dal suo frutto si ottengono vini di colore rosso rubino intenso, con aroma gentile, fruttato, con sapore non tannico ma di buona struttura.
Usata per aggiungere corposità e colore a:
Valpolicella
Recioto della Valpolicella
Amarone

Molinara

Tradizionalmente usata come terzo componente del Valpolicella DOC, viene sempre più frequentemente sostituita con Corvina e altre varietà.
L'abbondante presenza di pruina sugli acini gli ha attribuito il nome Mulinara, cioè "da mulino". E' un vitigno a bacca nera coltivato nella bassa pianura veronese, di cui si hanno notizie agli inizi del 1800. I principali sinonimi sono Rossara, Mulinara, Scavolegno, Uva salà, Molinara dal sangue di lumaca, Rossanella gentile, Breppion, Breppon molinaro, Rossara della forcella, Vespone ecc. Ha foglia medio-grande, leggermente allungata, trilobata, a volte intera; grappolo medio, piramidale allungato, con una o due ali corte; acino medio, sferoidale o leggermente allungato, buccia di colore rosso-violaceo, consistente e leggermente spessa, ricoperta di abbondante pruina. Ben si adatta a terreni collinari, ben esposti e ventilati; viene allevata con la pergola veronese. Non sopporta bene la botrite e il marciume acido, mentre resiste all'oidio e alla peronospora. L'umidità e la carenza di potassio sono fra i suoi punti deboli. 
Bardolino - 0 ÷10%
Valpolicella - 5÷25%

Negrara

Vitigno a bacca nera il cui nome identifica un gruppo di uve nettamente diverse fra loro, coltivate prevalentemente nel Trentino, in Alto Adige e nel Veneto.
Ha elevata sensibilità all'oidio, alla peronospora e alla botrite, è facilmente attaccabile dagli acari, dalle tignole e dal marciume dell'uva. Spesso il rachide può seccarsi. Resiste bene ai freddi invernali.
Bardolino - max 10%

Corvina

Decisamente nera e dal sapore speziato, questa varietà a bacca rossa originaria della Valpolicella.
Ha molte sottovarietà fra cui la Corvina piccola (o Corvina gentile), la Corvina media, la Cruina e la Corvina grossa (che non va confusa con il Corvinone).
I sinonimi più conosciuti sono Corba, Corbina, Corgnola, Corvina Nera, Corvina Reale, Corvina Doppia e Rizza. Il vino prodotto con quest'uva in purezza è di colore rubino intenso, corposo e ricco di sapori. E' un vitigno vigoroso, di fioritura tardiva, che matura tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre e di buona resistenza al freddo invernale. Durante il processo di appassimento, per la produzione del Recioto e dell'Amarone, è spesso soggetta all'attacco della Botrytis cinerea, a causa della compattezza dei grappoli. Ha foglia di media grandezza, pentagonale e pentalobata; grappolo medio, cilindrico piramidale, compatto, spesso provvisto di un'ala pronunciata; acino medio, con buccia spessa, di colore blu-violetto, ricoperta di abbondante pruina. 
Bardolino - 35÷65%
Valpolicella - 40%÷70%

Corvinone

Il dibattito è in corso fra i sostenitori della tesi che il Corvinone è un derivato della Corvina di Vapolicella, e quelli che sostengono che è una varietà distinta. Produce acini più grandi e succosi della Corvina e sta diventando una delle uve da taglio favorite dei produttori locali. Questo vitigno a bacca nera è stato iscritto nel Catalogo nazionale delle varietà di vite da vino soltanto nel 1993. Il nome potrebbe provenire dal suo colore quasi nero che richiama il piumaggio del corvo, oppure da " corba ", la cesta con cui veniva trasportata l'uva per la sua abbondante produzione.
Bardolino - 00÷10%
Valpolicella - 40%÷70%

Rossignola

Vitigno coltivato nella provincia di Verona, i cui primi cenni sono nel 1824.
Caratteri Ampelografici : foglia media, pentagonale, pentalobata - grappolo medio, tronco-piramidale, talvolta alato, compatto - acino medio, obovoide con buccia molto ricca di pruina, sottile e di colore rosso-violaceo.
Maturazione : tardiva
Caratteristiche del vino : se ne ricava un vino dal colore chiaro, frizzante, debole di corpo e sapido.
Bardolino
Valpolicella

Garganega

Vitigno probabilmente originario della Grecia, trova l'epicentro di produzione nelle zone di Soave e Gambellara nel Veneto. Ha foglia media, pentagonale, quinquelobata, con denti molto pronunciati, lembo verde opaco un po' bolloso, glabro; grappolo lungo, cilindrico, con ali molto pronunciate, relativamente spargolo, con rachide che spesso spacca in punta. Acino medio sferoide, di colore giallo dorato; buccia spessa; polpa succosa, di sapore semplice.
Recioto di Soave - da solo o in uvaggio
Soave - da solo o in uvaggio
Bianco di Custoza - in uvaggio


Trebbiano di Soave


Detto anche Trebbiano di Lugana, di Verona, Turbiana, Terbiana, vitigno a bacca bianca coltivato nella zona del veronese e del bresciano, spesso vinificato assieme al Garganega. Fa parte della famiglia dei Trebbiani; di questa varietà sono coltivati oltre 2.000 ha, concentrati prevalentemente in Veneto. Matura leggermente più tardi del Trebbiano Toscano (metà ottobre). Ha foglia media, pentagonale, trilobata; grappolo medio, allungato a piramide, con un'ala, piuttosto compatto; acino medio, sferico, con buccia verdastra e punteggiata, spessa e consistente. Il suo miglior contributo lo dà come apporto al Garganega nel Recioto di Soave
Recioto di Soave - in uvaggio
Soave - in uvaggio


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